Leader o leadership?
Nell’Era in cui stiamo entrando, quella dell’Acquario, non c’è il leader.
C’è piuttosto il ruolo della leadership che viene abitato da tanti leader diversi. Donne e uomini risvegliati, liberi, consapevoli, al servizio. Tutti abbiamo l’onore e l’onere di abitare questo ruolo, compiendo la nostra Missione. Questa è la cosa più naturale per ognuno di noi, se solo andiamo oltre gli schemi mentali imposti e autoimposti, limitanti e non salutari, se solo abbiamo il coraggio di essere ciò che siamo, oltre le paure e i dubbi.
Il coraggio, quello vero, è la capacità di ascoltare il cuore e non la mente.
Di agire in una certa direzione anche se abbiamo paura.
La radice della parola “coraggio” è “COR: cuore” e mi piace leggerla come cor-aggio, ovvero il cuore a proprio agio. Mettere il cuore a proprio agio significa a volte mettere la mente a dis-agio. Significa prendere posizioni scomode rispetto alle opinioni degli altri e anche, molto spesso, rispetto alle proprie comodità, sicurezze e privilegi acquisiti.
Quando qualcuno decide di rendere comune, comunicare, le sue idee e i suoi valori a una moltitudine di persone, assume la funzione di leader. Il verbo inglese to lead significa, infatti, “condurre, guidare”. Soprattutto, in questo momento, storico è molto importante che ci siano persone che condividano idee e valori veramente significativi. La paura dilaga in tanti ambiti, c’è insicurezza nell’economia, in politica, e siamo circondati da ciò che di poco positivo succede nel mondo. In questa situazione diventa fondamentale la presenza di persone che abbiano il coraggio di guidare, di ispirare, di smuovere, di parlare di innovazione, di azioni in contrapposizione a ciò che blocca, per non farsi frenare dal contesto incerto che ogni giorno si respira.
La paura frena, il coraggio dà la spinta per andare oltre.
E diventa ancora più importante proprio parlando in pubblico, perché possiamo influenzare, guidare, leading, un numero sempre maggiore di persone. Le ispireremo non solo con le nostre parole ma soprattutto col nostro coraggio. Vedere qualcuno che desidera fortemente condividere le sue idee, mettendosi in gioco senza temere il giudizio altrui, è di grande ispirazione, di esempio, di stimolo a fare altrettanto, a prescindere dai contenuti.
La paura più grande, per la maggior parte degli esseri umani, è quella del giudizio: paura di non essere abbastanza “qualcosa”, abbastanza bella, brava, giovane, saggia, intelligente, attraente. Più il pubblico è grande, più questa paura si ingigantisce perché è moltiplicata per il numero dei presenti.
L’ego non è in grado di sostenere questo peso!
Più grandi sono la forza e la convinzione della nostra idea, più la paura verrà trasformata in coraggio. Quella sensazione di “ma certo, è proprio così! Tutti devono sapere questa cosa!” ci dona la sicurezza interiore di essere sulla strada giusta e di voler condividere le nostre intuizioni.
Il coraggio ci può contraddistinguere nel mostrare i nostri valori, nell’agire in coerenza con essi, nel donare idee innovative liberandoci da quello stato di sospensione in cui si aspetta che le cose avvengano, influenzati dalla paura del domani.
Quando il contesto che ci circonda resta nell’attesa, l’opportunità di influenzare in modo positivo diventa ancora più importante e ispira le persone a condividere con coraggio le proprie idee.
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MSM
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Miranda, Silva e Max

Tre teste, sei cuori, tre mani. Scrivere un libro, così come realizzare un qualsiasi progetto insieme, in team, in alleanza, significa saper valorizzare le qualità di ognuno e farsi aiutare nei punti di debolezza.
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